“Parigi è sempre una buona idea”. Così diceva Audrey Hepburn nel bellissimo film Sabrina.
Come darle torto.
A Parigi puoi perderti o ritrovarti, a seconda del bisogno del momento.
A me e alla mia famiglia è servita per staccare un pò, per ricaricare le pile dopo quest’ultimo periodo un pò faticoso.
Non che, fisicamente, ci siamo riposati più di tanto. Avete idea di quante scale ci siano a Parigi? Scale per fare qualunque cosa!
Per raggiungere il nostro appartamento (ben 6 piani senza ascensore!!!) o per prendere il battello. Per viaggiare con la metro (se poi c’era da cambiare 2 o 3 linee, con passeggino al seguito, era il delirio). Anche solo per usare la toilette di uno a caso dei mille mila ristoranti e bistrot parigini.
La mia Elisa si è così gasata che da quando siamo tornati si rifiuta di prendere l’ascensore anche a casa nostra!
E poi passeggiate infinite, lungo la Senna, lungo i boulevard, nelle stradine dei quartieri più tipici. Un sogno!
Siamo arrivati la sera della vigilia di Pasqua.
L’appartamento, trovato tramite Airbnb, era in zona VIP, nel Marrais, il quartiere ebraico e gaio di Parigi 🙂
Zona pedonale, localini e boulangerie ovunque, 100mt dal Centro Pompidou e dall’Hotel de Ville.
Dopo una cena veloce in una delle brasserie della zona, abbiamo raggiunto la cattedrale di Notre Dame, dove si teneva la veglia Pasquale. La chiesa completamente al buio, le candele accese dei fedeli in attesa della Luce, l’odore di cera, i canti dei monaci… un’atmosfera mistica, che sembrava di essere in tutt’altra epoca.
Già prima di partire avevo programmato degli itinerari di massima che non prevedevano nè musei nè gallerie. Le due bimbe sono ancora troppo piccole per apprezzare questo tipo di arte, si sarebbero solo stancate e avrebbero infastidito gli altri visitatori. E noi, del resto, avevamo già fatto qualche anno fà i percorsi più convenzionali.
Il mattino del giorno di Pasqua il tempo non prometteva bene. Non pioveva ma tirava un gran vento, così ci siamo rifugiati a La Villette, dove c’è la Cité des Enfants.
Scienza e giochi per fasce d’età. Noi abbiamo fatto il percorso 2-7 anni e tirare via da lì le piccole pulci è stato un affare non da poco. Ve lo consiglio vivamente (ci sono percorsi adatti anche a ragazzi più grandi). Magari portatevi un cambio se i vostri figli, come le mie, adorano gli esperimenti con l’acqua!
La serata è piacevolmente e romanticamente trascorsa passeggiando al tramonto sugli Champs–Élysées, cenando a lume di cand in un ristorantino della zona e arrivando fino al Pont de l’Alma per godere della vista notturna della Tour.
Ovviamente, il giorno dopo Elisa aveva la febbre a 39,6. Non facciamo che perdiamo l’abitudine.
Il mio amato consorte, dall’alto della sua profonda conoscenza della lingua del luogo (frasi di 3 parole: una in italiano, una in inglese e una in francese) sceglie di far compagnia alla piccola e insieme si sciroppano l’intera serie di Capitan America in francese… esperienza che consiglio vivamente a tutti di vedere almeno una volta nella vita!
Io porto a spasso la piccola. Quello o rincorrerla per tutti i 30mq dell’appartamento, raccogliendo le macerie dopo il suo passaggio.
Ci perdiamo tra le viuzze del Quartiere Latino, arriviamo fino a Saint Sulpice, passando per Saint Germain des Prés e, tra artisti di strada e curiosità…
…arriviamo davanti alla gioieller boutique di Pierre Hermee.
Che fai.. vieni a Parigi, da Pierre Hermee e non predi qualcuno dei suoi famosi dolcetti, per la piccola febbricitante e per il generoso consorte che si era offerto di rimanere a casa?
Li ho presi, ce li siamo goduti, ma quello che ho pagato è un segreto che porterò con me nella tomba 😛
Il programma per i due giorni successivi prevedeva, ovviamente, Disneyland. La paura di non poter vedere tutte quelle principesse e tutto quel rosa fa miracolosamente abbassare la febbre.
Con una mano al termometro e una sullo sciroppo di Tachipirina, entriamo nel mondo magico.
Principesse, castelli, draghi, pirati e chi più ne ha più ne metta.
Niente ci sfugge… manco una coda!
L’ultima in ordine di tempo, ma la più lunga e la più sofferta, quella per incontrare Tantaneve, come la chiama Aurora. Biancaneve di ciccia, cioè VERA, come dice Elisa. Non un pupazzo!
Emozione, imbarazzo, felicità allo stato puro per loro!
E la lucina negli occhi che hanno ancora adesso, a distanza di qualche giorno dal rientro.
Questo, mi ripaga pure dei €18 pagati sull’unghia per due bottiglie d’acqua da 75cl a Monmartre, l’ultima sera.
Alcune indicazioni.
- Lo sapevo anche prima di partire ma in alcuni casi non siamo riusciti ad evitarlo: NO metro se avete un passeggino al seguito. Diventerete matti, con tutte quelle scale! Preferite gli autobus. I mezzi di trasporto in genere sono piuttosto efficienti. Passano spesso e potrete approfittarne per vedere la città.
- Anche il batobus è una buona soluzione per spostarsi. Ci sono diverse fermate nei punti strategici, lungo la Senna, e facendo il biglietto giornaliero potrete salire e scendere quando e dove vi pare. E’ un punto di vista alternativo e molto suggestivo, per vedere la città. Riservatevi un tratto da fare al tramonto… non troverete niente di più romantico!
- Avevo un pò di timore sul cibo, visto che era il mio primo viaggio da celiaca. Avevo infilato in valigia un pò dei miei prodotti ma alla fine non ne ho fatto molto uso. A Parigi ci sono brasserie ad ogni angolo, per mangiare carne con contorni vari… basta chiedere di non mettere salse sulle vostre pietanze, se non si è sicuri del loro contenuto. Nel parco Disney è un altro discorso. Lì ho pranzato a gelato e insalata. Poco male 😉
- Se mettete in programma Disneyland, fate i biglietti francilien, fino a 5 giorni prima della data fissata, via internet. Risparmierete anche un 40% (a seconda dei giorni) rispetto al prezzo standard.
- A Parigi ci è capitato di mangiare in uno dei ristoranti della catena Hyppopotamus. Sono attrezzati per i bambini e si mangia bene, sia alla carta che con il menù turistico.
- Delle buonissime crepes di ble noir (grano saraceno) le abbiamo mangiate in rue Saint Gregoires de Tours, nel Quartiere Latino, da Little Breizh. Senza glutine (mi sono accertata anche del ripieno, con la cameriera).. le abbiamo mangiate tutti.
Questo e molto altro ancora nella nostra vacanza.
Parigi nel cuore, fino alla prossima vacanza…
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Parigi è meravigliosa, una città che avrò sempre nel cuore!
Sono felice che tu abbia potuto trascorrervi dei bei momenti con la tua famiglia 🙂
Un abbraccio grande!
Davvero splendida.. 🙂
Lo dico sempre io Parigi è sempre Parigi, un po’ come la mamma è sempre la mamma, ah ah ah!IO l’ho visitata due volte e conto di tornarci molto presto, è una città meravigliosa e l’hai descritta egregiamente, anche i dettagli delle note, fonte inesauribile di utilità, ci credo che le bimbe siano rimaste estasiate da Disney Paris e da Biancaneve in carne ed ossa, non ti nascondo che i pupazzi, come li chiama lei, io li adoro ma mi inquietano e non poco!!!!!Bellissimo break per riprendere fiato, brava!
Grazie, cara.. ogni tanto ci vuole!